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Carte di Viaggio. Studi di lingua e letteratura italiana, A. MMVIII, N° 1, 160 p., 2008. - recensione a cura di Noemi Melileo.


Le Carte di viaggio, comunque le si voglia intendere, sono da sempre fedeli compagne del viaggiatore: mappe che guidano i suoi passi, su cui egli può tracciare possibili itinerari; oppure pagine bianche e vuote da riempire, sulle quali far rivivere le immagini raccolte lungo il percorso. In questi termini è presentato il periodico "Carte di Viaggio. Studi di lingua e letteratura italiana", diretto da Vincenzo De Caprio, Marco Mancini e Pietro Trifone, che si propone, infatti, di esplorare possibili rotte nel vasto mare della letteratura di viaggio, di ricostruire le figure dei personaggi che lo hanno solcato. Il porto dal quale si partirà e al quale si farà ritorno è il testo, come si sottolinea nella presentazione che apre il volume, firmata dai tre direttori. Il primo numero della rivista (che avrà una periodicità annuale) raccoglie sette interventi, che hanno lo scopo di illustrare (attraverso l’analisi di scritti e relazioni di viaggio, epistolari, grandi opere letterarie) il rapporto tra l'Italia, da sempre paese in cui si incrociano « genti, culture e lingue diverse», e l’Oriente, in particolare, con l’area mediterranea dell’Islam; ricerca, questa, che si inserisce in un confronto tradizionale ma allo stesso tempo molto attuale. Il primo degli interventi, "La visione del mondo arabo nelle relazioni dei pellegrini scrittori in Terrasanta del Quattrocento", firmato da Antonio Lanza, ricostruisce, facendo riferimento agli scritti dei viaggiatori in pellegrinaggio in Terrasanta, la percezione che nel quattrocento si aveva del mondo arabo; Angelo Pagliardini analizza invece, in "Cristiani e pagani nell’epica cavalleresca italiana", la presenza delle due specifiche categorie nella produzione epico- cavalleresca in Italia; il saggio di Daria Perocco, "Viaggiatori mercanti veneziani tra Costantinopoli e l’Egitto nel Cinquecento", mette in evidenza quanto per i veneziani, uomini di mare per eccellenza, grandi conoscitori dell’Adriatico, il viaggio sia scuola, mestiere, strumento di diplomazia, come testimoniato dalle storie dei personaggi presentati dall’autrice. Nelle relazioni dei tre rappresentanti della Serenissima, citati nel saggio, confluiscono informazioni di ogni genere e tipo: da quelle strettamente e rigorosamente tecniche, legate alla navigazione, all’attività commerciale o diplomatica, a quelle che riguardano il paesaggio, le bellezze naturali, i reperti archeologici; gli scritti sono ricchi di notazioni, di carattere politico, culturale, geografico, sociale, relative al contesto in cui i viaggiatori si vengono a trovare; comuni sono, spesso, le impressioni registrate, la profonda curiosità, la voglia di conoscere, l’atteggiamento di apertura verso il nuovo; più in generale, comune a tutti i viaggiatori veneziani è un’attenzione particolare alla fase di stesura della relazione: molti di loro si preoccupano infatti che il testo risulti veritiero. Il contributo di Gian Mario Anselmi, "Letteratura e Mediterraneo: il caso esemplare della Liberata di Tasso", analizza la presenza del Mediterraneo nel capolavoro di Tasso, la "Gerusalemme Liberata"; Giovanna Scianatico, nel saggio "Lettere dall’Oriente ad Antonio Conti", ricostruisce i caratteri dell’epistolario di lady Mary Wortley Montagu (colta scrittrice inglese, al centro di una rete di brillanti amicizie) diretto allo scrittore italiano Antonio Conti; le lettere riportano le varie impressioni e osservazioni che la nobildonna ricava dai suoi viaggi diplomatici in Oriente, durante i quali visita paesi come la Turchia o la Serbia. Il Marocco è il protagonista del saggio di Francesco Surdich, "Il Marocco nei resoconti dei viaggiatori italiani del periodo postunitario"; lo studioso cerca di ricostruire l’immagine dello stato Nordafricano, quale emerge dalle relazioni di viaggio degli italiani, nel periodo successivo all’unificazione dello stato italiano. L’intervento di Marilena Giammarco, "Costantinopoli: «un sogno Orientale» di De Amicis", chiude il primo viaggio del periodico che contiene, inoltre, una sezione dedicata alle recensioni. "Carte di Viaggio" dà così un primo riferimento «per orientarsi sulle complesse rotte della geografia letteraria», poiché la letteratura (e quella italiana non fa eccezione) è ricca di mille viaggi, intesi in mille modi diversi: come strumenti di conoscenza di sé e dell’altro, come esperienze del girovagare fine a se stesso, come fughe, come ritorni. E la “Carta” sarà sempre in grado di accoglierli tutti.

NOEMI MELILEO


Periodico



Fabrizio Serra Editore

Carte di Viaggio. Studi di lingua e letteratura italiana


2008

XXI




critica letteraria (literary criticism)

Italy

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